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Maruko-kun.
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Māku Dākunaito
Il timido Sole del mattino muoveva appena i suoi primi passi nel cielo quando Māku si sedette su una delle panchine del lungomare che dava su quello che probabilmente era un golfo. Non era troppo distante dalla distesa d'acqua che sembrava correre contro l'orizzonte, senza mai fermarsi, continuando con la mera convinzione che riuscirà a superarlo. Tutta quell'armonia, tra il limpido mare e le splendide strutture, semplici ma raffinate allo stesso tempo, raccontava la storia e le verità del luogo, ma non semplicemente parlando, ma cantandone la bellezza e la finezza. Fu proprio davanti a quello splendido ed armonioso spettacolo che Māku decise di fermarsi dal suo viaggio, per riposarsi certo, ma anche per portare con se la bellezza di quello splendido luogo, che sembrava essere lì solo per farsi ammirare e per far sospirare i nostalgici. Māku prese allora uno dei suoi blocchi da disegno, quello che utilizzava per i paesaggi e iniziò a cercare una pagina bianca con cui iniziare. Ogni volta che il ragazzo sfogliava i suoi blocchi si apriva davanti a lui uno splendido seppur misterioso mondo, composto da tutti i luoghi splendidi da lui visitati e ritenuti degni di essere immortalati con i pastelli. Iniziò scegliendo un verde che si accostava molto bene al colore del mare e, muovendo la mano leggermente, ma con impressionante sicurezza, Māku iniziò a portare sul suo foglio le splendide onde che si agitavano nel mare, senza disturbare però l'armonia del paesaggio stesso. Fece ben attenzione a moderare i tratti verso l'orizzonte ed a sfumarli verso la costa. Ci sarebbe voluto un po' di tempo prima che il mare fosse completo, poiché i piccoli, leggeri, ma uniformi tratti che Māku lasciava sul foglio coprivano unicamente una piccolissima porzione di spazio sul foglio, ma Māku non aveva per niente fretta, non ne aveva mai avuta per disegnare e mai ne avrà, o almeno questo era quello che pensava.
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Avvolto da una cappa bianca per evitare maggiormente l'influsso del sole, un uomo si avvicina lentamente in direzione di alcune panchine di legno, lustro ed ornamento del Golfo di Aeglos. L'ardente chioma di Apollo viene filtrata dalle tiepide nubi mattutine, risplendendo sulla cresta del mare e rifrangendo i suoi colori tutto intorno. Sono anni o forse anche più, che non riesce a gustare la vista dell'alba, impedito principalmente dal timore di essere attaccato in pieno giorno e non riuscire a rispondere adeguatamente all'assalto; questa volta è diverso. Ha sentito una strana energia provenire da quel luogo, e vuole verificare di persona di cosa si tratti effettivamente, se di un mortale particolarmente dotato oppure di qualcos'altro, che si avicini alla sua specie o ne sia direttamente nemico.
° Chissà cosa mi attende... °SPOILER (click to view)-narrato-,°pensato°,"parlato"
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